Pensando al concetto di comfort zone, mi viene spesso in mente il monologo finale di Kill Bill Vol.2: Beatrix, la protagonista (interpretata da Uma Thurman), dopo una serie di sanguinose avventure, ha finalmente raggiunto Bill (l’antagonista, interpretato da David Carradine).
I nodi da sciogliere fra i due sono parecchi, e Bill inizia così:
(esiste) "...una caratteristica che fa di Superman l’unico nel suo genere: Superman non diventa Superman. Superman è nato Superman.
Quando Superman si sveglia al mattino è Superman. Il suo alter ego è Clark Kent.
Quella tuta con la grande "S" rossa è la coperta che lo avvolgeva da bambino quando i Kent lo trovarono (...). Quello che indossa come Kent (gli occhiali, l’abito da lavoro) quello è il suo costume. È il costume che Superman indossa per mimetizzarsi tra noi.”
Qualcosa del genere si verifica anche nel business, quando i giovani imprenditori, prendendo il posto dei padri, si trovano a decidere se essere Superman o Clark Kent. I Superman sono i figli di questo tempo, persone che rispettano il passato ma hanno voglia di imprimere la propria impronta sul futuro, mostrando senza imbarazzo quella tuta con la grande "S".
I Clark Kent sono coloro che ripongono l’abito da supereroe nell’armadio e decidono di mimetizzarsi nel mainstream: i panni di Clark, in fondo, sono comodi, riconoscibili, appaiono più affidabili. Clark Kent è la continuità col passato, la comfort zone.
Il problema, però, è che l’impresa oggi ha dannatamente bisogno dei suoi Superman, che non vuol dire “supereroi” ma persone che abbiano il coraggio di dismettere i panni comodi di Clark Kent per farsi promotori di nuovi valori e coraggiose visioni.
Quel che è certo è che non esiste un solo modo di essere super: si può adottare una particolare cultura d’impresa, profondere impegno per l’ambiente, il sociale o, come nel nostro caso, abbracciare una strategia di management meno "mainstream".
L’abito da Superman di Airbag Studio è la Business Ethics, una filosofia - prima ancora che uno stile di management- che ci traghetterà oltre la comfort zone.
Questo filone ha una regola aurea semplice semplice, quasi banale: una PMI è in grado di affrontare il cambiamento ed avere successo solo quando, all’obiettivo economico, affianca un interesse altrettanto forte per altri tre tipi di capitale che coinvolgono le persone, le relazioni e la fiducia.
Tutto il tempo (tanto!) che dedichiamo al rispetto delle persone, alla loro abilitazione, alla costruzione di relazioni durevoli e fiduciarie non è tempo sprecato o una mera operazione di marketing, ci siamo noi dentro quel tempo e quel tempo crea fiducia e relazioni, ossia valore.
Ecco perché!
Persone
“Corporate Ethics Can’t Be Reduced to Compliance”, questo il titolo di un vecchio pezzo di HBR dove si diceva che regolamenti, norme e limiti calati dall’alto non sono lo strumento giusto per l’empowerment delle risorse. La prospettiva va rovesciata: NON “cosa scrivere nel codice di condotta”, MA “come stimolare le persone a tirar fuori il meglio di sé”.
I “comportamenti virtuosi” possono essere stimolati attraverso una serie di iniziative: oltre a smart working, formazione continua, simposi aziendali, sviluppo di progetti personali noi abbiamo investito, ad esempio, su un handbook. Si tratta di un documento - frutto di lunghe riflessioni - che consegniamo ai nuovi arrivati per dire loro che da quel momento sono al centro della nostra azienda.
Relazioni
Nell'era della globalizzazione economica mondiale, i profitti duraturi non si ottengono solo mediante le proprie risorse interne: la concorrenza si gioca sul piano delle relazionicon i partner, non più tra singole imprese. Il capitale relazionale va oltre i confini dell'organizzazione, genera commitment e guida quei comportamenti positivi di cui parlavamo sopra.
Gli sforzi congiunti tra partner giocano un ruolo fondamentale nel raggiungimento di obiettivi individuali e collettivi: alleanze e lavoro in team, frequenti visite ai clienti o partner, trasferimento di conoscenza, networking, sono tutte attività che hanno un impatto di natura anche economica, generando un extra-profitto che la letteratura specialistica definisce relational rent.
Fiducia
Oggi come oggi, l’impresa deve generare per prima fiducia se ne vuole altrettanta indietro e deve renderla pervasiva. Come? Attraverso la diffusione della propria visione e dei valori cui si ispira. In questo modo, i leader diventano un punto di riferimento per tutti i dipendenti e allo stesso tempo, conquistano partner, clienti e fornitori a colpi di trasparenza e coerenza.
A prescindere da quale sia il tuo abito e quanto dovrai lavorare su te stesso per farlo calzare a pennello, il consiglio è di riporre nel cassetto quel costume da Clark Kent: ahimè, non è con quello che riuscirai ad andare oltre la tua comfort zone.
La verità, infatti, è che l’impresa ha sempre più bisogno di personalità straordinarie..molto meno di uomini comuni.
Federica Sabbatini, Marketing Manager Airbag Studio