SEMPRE PIÙ INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN AZIENDA
Si parla sempre più di Intelligenza Artificiale (“IA”). Si parla ad esempio della progressiva trasformazione di alcuni lavori in “algoritmi”, della creazione di nuove figure professionali e dell’evoluzione di molte attività professionali.
Se opportunamente integrata, l’IA apre nuove prospettive nelle attività manageriali. Nel caso della funzione Marketing, ad esempio, l’IA incide sul ruolo da essa svolto, rendendola sempre più decisiva: l’IA, tra le altre cose, facilita il compito di strutturare e dare un senso all’enorme e crescente mole di dati provenienti dai clienti, in settori in forte evoluzione quali Retail e Utilities, contribuendo potenzialmente a generare in tempi brevi nuovi spazi di mercato e alterando posizioni competitive che sembravano immodificabili.
L’IA è un tema oggetto di interesse e anche di investimenti. Una ricerca ha evidenziato che nel 2025 si spenderanno 100 miliardi di dollari in tecnologie legate all’IA, dai 2 miliardi del 2015.
Perché le potenzialità dell’IA si possano esprimere ci sono alcuni aspetti da considerare.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E VISIONE STRATEGICA
Un primo aspetto riguarda l’importanza per il manager di utilizzare l’IA come strumento integrato e di supporto, per realizzare una certa visione strategica. Nei casi in cui l’IA farà più di attività ripetitive, come nei casi di “machine learning”, in cui si suggeriscono decisioni ottimali, i manager continueranno a definire gli elementi essenziali, gli aspetti del business che l’azienda vuole affrontare, i mercati su cui operare o il modo in cui un mercato viene definito.
Sono i manager a costruire la sintesi che rappresenta allo stesso tempo il sentiero strategico, il futuro che l’azienda vuole costruire. Le abilità strategiche sono ancora più centrali, e orientano interazione e integrazione tra manager e robot.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE E CREATIVITÀ
In secondo luogo è importante che la diffusione dell’IA si accompagni alla crescita del contributo “creativo” dei manager. Cresce il numero dei “data scientist”, in grado di accedere e navigare i dati. Allo stesso tempo i manager devono essere in grado di trasformare questi input in azioni, decisioni, mettendo in campo qualità e creatività.
I dati, per quanto numerosi e precisi, non sono infatti in grado di creare valore autonomamente, hanno bisogno di contesti, di priorità, di direzione. L’apertura del manager ai dati che emergono, la capacità di cogliere i segnali deboli, di costruire creativamente, diventano essenziali.
AMBIGUITÀ, INCERTEZZA E SPERIMENTAZIONE
In terzo luogo, aumenta l’importanza dell’abilità del management di muoversi in contesti ambigui. In un mondo dove la sperimentazione diventa sempre più critica, la capacità di tollerare ambiguità premia i manager in grado di muoversi in contesti incerti, in cui le aziende non sanno precisamente dove stanno andando e in cui ci sono pochi punti di riferimento.
ISPIRARE E GUIDARE IL TEAM
Inoltre sempre più importante la capacità del manager di ispirare i team, di far crescere i talenti, di tenere insieme i team pur nelle rispettive autonomie decisionali. In contesti che sempre più vedono la co-presenza di uomini e robot, le qualità di leadership diventano più importante. La strategia di sviluppo va diffusa contagiando il proprio team, attivando conversazioni interne ed esterne grado di fare la differenza.
Per un manager creativo e strategico, i robot rappresentano un’occasione di essere protagonista di un futuro unico.