Sì ma, quanto costano gli uffici condivisi?
Con tutti questi benefici sarebbe naturale pensare che un ufficio condiviso costi di più: ma non c’è niente di più sbagliato!
Se si considerano il canone di locazione dell’ufficio, i costi di gestione, le pulizie, la connettività ad internet e alla telefonia (con assistenza), le utenze (elettricità, riscaldamento e raffrescamento), la manutenzione del locale (sia per quanto riguarda la parte idraulica ed elettrica che quella tecnologica), le spese condominiali (acqua, gestione dei rifiuti, la pulizia delle aree comuni), la manutenzione degli uffici e degli arredi, i calcoli parlano chiaro: un ufficio tradizionale è molto più costoso.
E non parliamo solo di un costo economico, ma anche di un costo in termini di tempo: occuparsi di tutte queste commodity sicuramente porta via molto tempo, tra email, chiamate, ricerca del miglior fornitore, preoccupazioni, energie, e chi più ne ha più ne metta.
Consideriamo anche l’eventualità che un ufficio sia proprio da cercare: contattare un’agenzia, l’ufficio adatto, guardare su internet gli annunci, e visitare eventuali location, sono tutte attività onerose oltre che perditempo.
Un grande risparmio, sia in ore, che in euro.
Grazie ad un ufficio condiviso in Copernico hai incluso nel prezzo tutta una serie di servizi, come:
- Fornitura completa di arredo
- 100 Mbps di connettività in fibra ottica via cavo, rete wifi condivisa, 1 linea telefonica esterna, interno telefonico
- Dotazione di telefoni
- Aria condizionata/riscaldamento (regolazione per stanza)
- Utenze
- Pulizie giornaliere
- Manutenzioni ordinarie
- Reception multilingue
- Marchio aziendale del Cliente
- Accesso alle aree Lounge e spazi comuni (area reception, Cafè e
- giardino)
- 15% di sconto sull’uso delle sale riunione e formazione
- Domiciliazione operativa
Uffici flessibili in Italia e in Europa
Come riporta il Sole 24 Ore:
A fine 2018 gli spazi di lavoro flessibili hanno rappresentato nell’area Emea, in media, l’1,5% del mercato totale degli spazi a uso uffici, con picchi isolati pari al 5% ad Amsterdam e a Londra
I dati vengono riportati dall’indagine di Colliers International “Flexible Workspace Outlook Report 2019”, condotta sul mercato immobiliare direzionale di 22 tra le principali città europee.
Secondo questo report, saranno 750mila i futuri lavoratori che entro il 2022 occuperanno il 50% in più degli spazi di lavoro flessibili nell’area dell’Europa, Medio Oriente e Asia.
Tra le città che si imporranno nel trend troviamo, in pole position, Berlino, Bucarest, Monaco e Praga.
Per quanto riguarda l’Italia troviamo nuovamente le conferme di Milano e Roma, con 64 e 38 strutture e rispettivamente 364 mila e 162 mila metri quadri di spazi flessibili.
Circa 10 anni dopo il lancio dei primi spazi di coworking, a inizio 2020 in Italia c'erano 665 spazi che offrivano questo servizio, una media di circa 1 ogni 90 mila abitanti.
Il trend di crescita degli spazi di lavoro flessibile è molto forte, e c’è un ampio potenziale di crescita, specialmente se consideriamo la relazione con la popolazione.
Milano, senza grande sorpresa, è la città italiana con la più grande presenza di spazi di coworking: in termini numerici, siamo a 90 spazi di coworking, circa il 13% del totale. Equivale a 1 spazio ogni 14 mila abitanti.
Negli ultimi anni Milano sta guidando la crescita del settore del lavoro flessibile in Italia, con operatori in aumento del 135% e spazi del 205%, grazie all’avvento di nuove economie come Gig e Tech, una maggior apertura mentale e culturale delle aziende, e un crescente supporto delle istituzioni.
Roma si aggiudica la medaglia d’argento, grazie alla sua crescita negli ultimi anni, con oltre 50 spazi, 1 ogni 50 mila abitanti.
Bologna, con la medaglia di bronzo, è la terza città in questa classifica, con 17 spazi. Torino, invece, arriva subito dopo con 15.