Lo smart working e la prospettiva agile del lavoro

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  • Smart Living

Spiegare, conoscere e comprendere lo smart working e le dinamiche che stanno diluendo l’ufficio. Più facile a dirsi che a farsi. Addentrarsi in un nuovo concetto di lavoro, fatto di andamenti autonomi, innovativi e responsabilizzanti può rivelarsi davvero complesso. Tuttavia, ad oggi, esiste uno strumento efficace per far luce su questa rivoluzione: si tratta del disegno di legge relativo al “lavoro agile”, approvato dal Parlamento lo scorso 28 gennaio.

Nove articoli che presentano e regolamentano il concetto di smart working in termini di diritti, privacy, infortuni e retribuzione per chi è dipendente di un'azienda, pubblica o privata, che decide di ridefinire un nuovo equilibrio tra vita privata e lavoro delle persone che vi lavorano. Requisito fondamentale per parlare di “lavoro agile” è che si svolga al di fuori delle mura aziendali, anche per un solo giorno a settimana: il contratto definirà tempi, modi e strumentazione, la retribuzione sarà invariata rispetto a quella di un dipendente che lavora in azienda e, grazie a un accordo con Inail, gli infortuni lontano dal luogo di lavoro saranno coperti.

Qual è la risposta che il panorama aziendale italiano sta dando a questa rivoluzione? Il trend è in crescita: secondo i risultati della ricerca dell'Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano riportati sul sito Digital4, nel 2015 il 17% delle grandi imprese italiane ha intrapreso, strutturalmente o in via informale, la strada verso questo nuovo modo di concepire il lavoro. Di pari passo, è in crescita anche la tendenza al coworking, fenomeno che si sta affermando in maniera decisa: 349 spazi in Italia, 88 nella sola Milano. Luoghi flessibili concepiti in un’ottica sempre più smart, in cui l’incontro di persone e lo scambio di idee si profilano nell’ottica di creare nuovi modi di fare business, con una inevitabile riduzioni di tempi e costi.

Il riscontro positivo da parte delle aziende porta però con sé un rischio sostanziale, quello che l’approccio smart al lavoro avvenga sull’onda di una “moda”, determinando un cambiamento solo superficiale nelle dinamiche aziendali, perdendo così l’occasione di un ripensamento totale dei modelli culturali del lavoro organizzato: sposare il concetto di smart working è un processo lungo e in continua evoluzione, in cui tutto deve essere ripensato in un’ottica di responsabilizzazione e condivisione degli obiettivi coi lavoratori, e con una figura manageriale in grado di trasformarsi da controller a leader trascinante.

I primi step per muoversi in questa direzione fanno capo a quattro leve stategiche di progettazione: le policy organizzative, il layout fisico, le tecnologie digitali e gli stili di leadership. La scelta di mobile devices (pc, tablet, smartphone), la flessibilità di orario e di luogo di lavoro e i servizi di social collaboration, sono fra le prime decisioni critiche che un’azienda deve prendere per entrare in una dimensione smart che permetta ad ogni utente di accedere sempre e dovunque a dati e application.

Modello concreto di smart working applicato a una grande azienda italiana è Barilla, che dalla metà del 2013 ha coinvolto più di 1.600 persone nella rivoluzione del “lavoro agile”. Tre sono gli aspetti cruciali sui quali si è mosso l’asse di questo cambiamento: la possibilità di lavorare sempre e in qualsiasi luogo, il cambiamento del layout fisico degli spazi lavorativi, ripensati attorno alle attività di collaborazione e comunicazione, e infine lo spazio ampiamente dato alle tecnologie e ai dispositivi digital.

Barilla ha investito tempo e risorse per formare i propri dipendenti sui temi dello smart working, definendo anche nuove modalità di management, flessibili, aperte, virtuali che hanno portato risultati positivi: il nuovo bilanciamento tra sfera privata e professionale dei dipendenti ha portato un aumento della produttività e una maggiore personalizzazione del lavoro, contribuendo a spingere fortemente nella direzione della diversity.

È nell’ottica del ripensamento dello spazio e del lavoro in generale che nasce e si sviluppa il progetto di Copernico, in una visione moderna e funzionale concepita come spazio di coworking oltre lo spazio: la rivoluzione concettuale parte anche da qui, da un luogo pensato come una rete di reti, una piattaforma. Uno spazio che fa parte di un sistema di spazi condivisi che diventano una community inserita in logiche di networking capaci di creare opportunità e conoscenza attraverso strumenti tecnologici centrali nella visione smart del lavoro: il Cloud, il Mobile e i Social Network. Benvenuti nell’era avanguardistica dello Smart Working.

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