Anche lo spazio di lavoro favorisce l’innovazione
Se da un lato lo smart working ha costretto le aziende ad accelerare il processo di digital transformation, questo il cambio di modalità di lavoro e di consumo del luogo di lavoro può essere altrettanto innovativo se recepito dalle aziende in modo costruttivo.
Come dice Matt Ridley: “L’innovazione accade quando le persone sono libere di pensare, sperimentare e speculare”. Questa affermazione suggerisce che supportare le persone con spazi di lavoro flessibili che aiutano a sviluppare abilità cognitive piuttosto che relegarle a una scrivania fissa per un numero determinato di ore di lavoro, potrebbe essere un buon modo per far fluire l’innovazione all’interno dell’azienda.
La variabile dello spazio, quindi, può incidere in modo positivo sui processi che spingono l’innovazione.
Nel sondaggio “Smartworking: il punto di vista di GenZ e Millennials” presentato da OneDay in collaborazione con Il Sole24Ore, a cui hanno partecipato oltre 2.000 giovanissimi tra studenti, lavoratori e ragazzi in cerca di nuove opportunità, si evidenzia come i giovani siano, in realtà, combattuti sul tema dello smart working e più in particolare del remote working. Il 50% degli intervistati lo accoglie positivamente; gli piace l’idea nella sua accezione di autonomia e flessibilità e così, infatti, si immagina l’azienda del futuro. Allo stesso tempo, però, il 40% non vorrebbe perdere il contatto con l’ufficio e crede che lo smart working sia un’opportunità da affiancare rigorosamente al lavoro e alla formazione in ufficio. Il 72% degli intervistati non vuole rinunciare all’ufficio a patto che la sua funzione venga rivista in modo da incentivare la condivisione, la creatività e i momenti di convivialità.
E non è da qui che nasce la vera innovazione? Dalla generazione di nuove idee?
Ecco allora che l’ufficio passa dall’essere una commodity ad essere una leva strategica per lo sviluppo di innovazione.
Inoltre, portare lo smart working in azienda significa anche cambiare i modelli di leadership e formare le persone a nuove modalità di gestione del tempo e delle relazioni e significa un approccio organizzativo esteso e variegato, che contrappone una cultura tradizionale piramidale, con flussi top-down delle informazioni, a un modello che privilegia la connessione, rivalutando fiducia, reciprocità e autonomia dei partecipanti.
Partecipazione e coinvolgimento diventano quindi parole chiave per portare innovazione in azienda.
Con lo smart working, il controllo dei risultati e dell’efficienza dei processi è preferito al controllo delle persone, si punta di più alla qualità del lavoro che non alla quantità. Si offre alle persone maggiore libertà nella gestione degli spazi e di tempi di lavoro.
Il mantra del modello agile è non a caso “la persona al centro”. Il che significa, in primo luogo, ribadire l’importanza di una delle più importanti dimensioni della vita di un individuo: il tempo. Una dimensione a lungo trascurata, che mai come in questi giorni ci sta ricordando il suo significato cruciale. Questo vale per i lavoratori. Per i manager. E per tutti i soggetti coinvolti nell’organizzazione aziendale.
E questa potrebbe essere la più grande innovazione che ci lascia il Covid-19.