Quando pensi allo smart working, cosa ti viene in mente? Che relazione ci può essere tra la sostenibilità e un nuovo approccio al modo in cui si lavora?
Smart working non significa semplicemente lavoro da casa, ma si traduce con flessibilità, resilienza, ossia capacità di adattarsi ai fattori esterni. In Repower già a fine febbraio siamo riusciti a portare su una piattaforma online sviluppata internamente tutte le attività commerciali della nostra rete composta da circa 600 consulenti presenti su tutto il territorio nazionale. I nostri dipendenti hanno risposto in maniera efficiente agli input dell’Unità di Crisi COVID creata in azienda: sia durante la fase di lockdown totale, sia tra maggio e ottobre all’interno di uno schema che stabiliva un’alternanza casa-ufficio. Con ambiente lavorativo però non dobbiamo limitarci alla casa o all’ufficio, ma allargare il ragionamento a una dimensione urbana. Smart city non può restare un concetto astratto, ma deve diventare un fattore attrattivo per accogliere in città nuove imprese e professionalità. La nostra E-LOUNGE si inserisce in questo contesto: una panchina versatile, pensata per luoghi pubblici e privati, capace di accogliere le e-bike ricaricandole, di offrire navigazione su internet grazie al suo hotspot e di ricaricare smartphone e tablet. Con un occhio di riguardo per estetica e design, tanto da renderla meritevole della vittoria del Compasso d’Oro 2020.
Come pensi possano impattare gli spazi di lavoro flessibili e coworking sull'adozione di comportamenti e modelli di business più sostenibili?
Se guardo a Copernico vedo un ottimo esempio di un nuovo modo di interpretare lo spazio di lavoro: un ambiente ospitale allo stesso tempo per freelance e aziende, dove un concetto più classico di ufficio si sposa con quello di coworking. Una fisicità degli spazi che si riflette poi in chiare scelte di comunicazione. Non è un caso se in Copernico si è scelto di raccontare il perché delle proprie scelte nel campo della sostenibilità: una consapevolezza che può andare a impattare in senso positivo anche il modus operandi di clienti, prospect e stakeholder. Prendiamo per esempio l’adesione alla nostra fornitura Verde Dentro, quindi di elettricità proveniente al 100% da fonte rinnovabile certificata TÜV SÜD: questa rappresenta una bella prova di responsabilità sociale, ma anche una potente leva di business.
Possiamo considerare Copernico un fornitore di energia verso la sua community attraverso le risorse che mette a disposizione dei clienti. Cosa si aspetta da uno spazio del lavoro del futuro?
Potremmo definire Copernico un fornitore di energia sociale. Formazione, occasioni di networking, strumenti di marketing: è evidente come lo spazio di lavoro del futuro (e del presente) sia sempre meno location e sempre più fucina di opportunità per coloro che aderiscono alla sua visione.
Imprescindibile risulta anche una sensibilità della struttura per i grandi fenomeni che ci circondano a livello globale. Novità tecnologiche, trend nel mercato del lavoro, ma anche attenzione per avvenimenti di grande impatto sociale come il COVID19, fattore quest’ultimo che ha messo in evidenza una forte richiesta in termini di sicurezza.