La crescita del coworking in Italia
A fine 2019 in Italia si contavano oltre 660 entità di coworking, ovvero uno ogni 90mila abitanti e cresceranno ancora nei prossimi anni: secondo CBRE, l’interesse delle aziende italiane verso gli spazi condivisi è aumentato del 38% entro il 2020, proprio in virtù di una maggior necessità di flessibilità.
Cambiano le esigenze, cambiano i lavoratori e cambiano anche i luoghi in cui si lavora.
Secondo una ricerca di Cushman & Wakefield il 56% dei dipendenti attualmente lavora presso altre sedi dell’azienda almeno una volta al mese, seguito dal lavoro da casa (54%), sui trasporti (36%) e negli spazi di coworking (34%).
Chi ha scelto di lavorare in coworking (e come si trova)
Sono diversi i professionisti e le aziende che scelgono di lavorare in coworking: in questi luoghi di lavoro condivisi trovano l’ambiente ideale (e anche igienizzato e sicuro) sia freelance che startup ma anche dipendenti di aziende più grandi.
Toto Vivinetto, Artistic Director di OTEntertainment, azienda che si occupa di servizi per l’intrattenimento e il turismo che fa parte della catena “Obiettivo Tropici” con diverse sedi sul territorio nazionale, ad esempio, ha lavorato per qualche anno nel coworking di Copernico Centrale.
È stata una decisione dell’azienda di aprire la sede di Milano all’interno di uno spazio coworking proprio per abbracciare una modalità di lavoro proiettata al futuro.
“Lavorare in coworking è arricchente e molto piacevole.
Dopo 3 anni in coworking possiamo dire di conoscere molte più aziende senza esserci spostati dalle nostre scrivanie; siamo entrati in contatto con settori anche molto diversi dal nostro che ci hanno aiutato ad abbracciare nuove dinamiche e nuovi punti di vista.
In un luogo di lavoro come il coworking di Copernico Centrale è facile che nascano legami anche d’amicizia e rapporti di lavoro meno inquinati da competitività e dalle dinamiche tipiche di un ufficio. Parte della nostra attività quotidiana è selezionare personale, ricevere i candidati in un luogo di lavoro moderno e arredato con attenzione ha subito un impatto positivo.”.
Ritrovare una compagna delle elementari a km e km di distanza: anche questo è il coworking!
È successo a Roberta Chessa, giornalista e libera professionista nella creazione di contenuti, nonché mamma di due gemelli che hanno ispirato il suo blog Vedodoppio.
Per Roberta, che ha scelto di lavorare nel coworking di Copernico Centrale a Milano per alcuni anni, che ciò rende il coworking così unico è proprio questo aspetto umano:
“Credo che, anche se ognuno dei coworker fa cose diverse, sia molto importante il contatto con le altre persone e lo scambio.
Questo aspetto aiuta la creatività, grazie al confronto e all’incontro.
Io ho fatto anche delle amicizie e trovato una mia compagna di infanzia, che non vedevo da moltissimo tempo. Siamo entrambe di Cagliari e dopo le scuole ci siamo perse di vista, se non con la connection su Facebook. Il coworking per me è meraviglioso proprio per questo: ora ho un’amica in più a Milano, usciamo insieme, andiamo al cinema.
Il coworking in questo senso ci ha proprio cambiato la vita!".
Come lavorare in coworking può cambiare la tua vita
Alex Hilman, del coworking Indy Hall di Philadelphia, è arrivato a sostenere che:
“il coworking non è un settore economico legato agli spazi di lavoro, ma un’industria della felicità”.
Il coworking, infatti, ha molti vantaggi, alcuni più tangibili come la riduzione dei tempi e costi di gestione dell’ufficio. Altri sono più legati alla dimensione umana e sociale delle persone che lavorano in uno spazio coworking.
Condividere il luogo di lavoro, infatti, facilita la creazione di relazioni, aiuta ad aprirsi agli altri, agevolando la crescita delle persone e del business: nuove opportunità possono nascere in modo del tutto casuale durante una pausa caffè o semplicemente con un passaparola.