I manager hanno accesso a un numero crescente e sofisticato di dati. Come utilizzarli per aumentare efficacia e valore delle decisioni strategiche? Il dato non è una risposta, ma una chiave per generare domande verso scoperte inattese, una bussola per far emergere il potenziale manageriale e creare il futuro.
Investimenti crescenti
Assistiamo a investimenti crescenti in nuove tecnologie e risorse, in grado di fornire nuovi dati alle aziende. La spinta a cercare dati dipende da tanti fattori: ad esempio una crescente competitività tra diversi settori, l’ingresso in nuove aree geografiche. Non sempre i dati disponibili vengono utilizzati e non sempre producono un effettivo miglioramento della qualità decisionale.
Ma chi decide?
A volte si cercano nuovi dati freneticamente, come se i dati, da soli, fossero una panacea per il mal di pancia dovuto all’incertezza di settori e mercati. Sembra che i dati siano in grado, autonomamente, di risolvere problemi o situazioni competitive altalenanti, sostituendo il manager che alla fine dovrà prendere una decisione.
Considerare in modo corretto i dati disponibili
I dati e i nuovi algoritmi rappresentano un enorme passo in avanti per migliorare le decisioni: chiarezza, tempestività, segmentazioni, conoscenza senza precedenti sembrano benefici a portata di clic. Più dati non significa tuttavia automaticamente maggiore qualità decisionale. Quest’ultima dipende principalmente dall’uso che il manager fa dei dati. Essi rappresentano un punto di partenza, una materia grezza da cui iniziare per costruire possibilità, decisioni più innovative.
Come vengono approcciati i dati di solito?
In genere i dati vengono analizzati, più o meno consapevolmente, in modo da cercare conferma di idee già esistenti. Questo riduce il potenziale creativo del manager e il vantaggio che può nascere dai nuovi dati. In altri casi, i dati raccolti sono così numerosi, o contraddittori, da generare difficoltà nel leggerli. Questo porta a scartare ciò che non torna o che è “scomodo”.
I dati: input per creare il futuro
Per approcciarsi in modo efficace ai “nuovi dati”, è utile considerare questi ultimi come un input, che sollecita domande, alimenta capacità di vedere diversamente, di toccare nuove prospettive. I dati hanno un valore potenziale, che deve trovare corrispondenza nel potenziale del manager che li utilizza. I dati sono un’occasione per accedere a livelli nuovi ed inesplorati di creatività.
Questo diventa particolarmente importante quando si tratta di decisioni strategiche, che non sono solo una “risposta” a qualcosa che è accaduto. Sono, soprattutto, dichiarazioni del futuro che si intende creare. La decisione non è una risposta meccanica ad un set di dati raccolti, ma una direzione che si prende.
Un suggerimento: partire da ciò che “non torna”
Per un uso più efficace dei dati è utile includere quanto sembra contraddittorio o inutile: “che cosa può significare?”. Si possono aprire visioni o significati più ampi. Si potranno navigare nuove possibilità, a partire da un dato che in origine appariva superfluo. È importante allenarsi ad avere un approccio esplorativo, ad esempio attraverso un coaching professionale.
Danilo Schipani