Il welfare aziendale entra nei contratti di categoria

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Per la prima volta in Italia è elemento chiave di rinnovo dei contratti nazionali di categoria

Update in data 08.05.2020.
 

Il welfare aziendale sta entrando in una nuova e importante fase di vita, diventando protagonista di diverse tipologie di CCNL.

L'obiettivo è rendere obbligatorio per le aziende corrispondere ai collaboratori beni e servizi di welfare.

Come? Ce lo racconta Easy Welfareleader in Italia nella gestione ed erogazione di servizi di welfare zziendale, dall’advisory strategico alla gestione dei servizi in full outsourcing.

Cos’è il CCNL?
 



Per chi fosse meno informato è il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) ed è il principio normativo che le organizzazioni dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro utilizzano per definire le regole che disciplinano il rapporto di lavoro.

 

 

Ogni settore ha il suo CCNL.

 

Ad esempio, le categorie di lavoratori che si dedicano alla produzione di macchinari o impianti e di mezzi di trasporto come navi, treni e automobili fanno parte del contratto collettivo nazionale metalmeccanici.



Ad oggi, il welfare aziendale per il benessere dei lavoratori era un'iniziativa spontanea delle aziende che decidevano di offrire ai dipendenti e collaboratori una serie di benefici, ma ora le cose stanno cambiando e il
 welfare aziendale sta attraversando diverse tipologie di CCNL, diventando un vero e proprio protagonista.



In questo settore fa il suo ingresso per la prima volta con il CCNL Metalmeccanici 2017 e si comincia dunque a parlare di beni, servizi e piani welfare.
 



Ma entrando nel dettaglio, cosa sta cambiando per le aziende e per i dipendenti?


 

Il nuovo Contratto Nazionale Metalmeccanici ha introdotto l’obbligo di corrispondere ad ogni dipendente beni e servizi Welfare del valore di 150 euro a partire da giugno 2018.



Una novità importante – quella siglata – in quanto, per la prima volta, il welfare aziendale si pone come elemento chiave nel rinnovo di contratti nazionali di categoria. 



Quello metalmeccanico non è l’unico contratto ad essere stato coinvolto da queste importanti novità normative: anche il CCNL Telecomunicazioni è stato letteralmente travolto dal welfare aziendale, solo per l’anno 2018, infatti, tutte le aziende appartenenti a questa categoria contrattuale dovranno, a partire dal 1° luglio, erogare tassativamente 120 euro di beni e servizi welfare ai propri collaboratori.



Questi obblighi normativi stanno toccando diverse aziende italiane, dalle PMI alle Big Corporate.



Un passo sicuramente importante nel campo del benessere organizzativo. I lavoratori dei settori sopra citati potranno beneficiare di diversi benefit: supporti concreti alla vita quotidiana che garantiscono una migliore conciliazione; inoltre queste misure di welfare aziendale possono essere anche ampliate al proprio nucleo familiare.



La scelta dei benefit è molto vasta, i 150 euro possono essere spesi in rimborsi per le spese scolastiche, in pacchetti viaggi, in buoni spesa e buoni benzina, in corsi di formazione, in attività culturali o sportive, in servizi sanitari e di assistenza, in servizi di trasporto collettivo e molti altri.



Il welfare, oltre ad essere sempre più presente nella vita dei lavoratori sta entrando sempre più nelle pratiche dei contratti, e questo è sicuramente un passo significativo ed importante nel campo del benessere organizzativo.



Stiamo assistendo ad una vera e propria contaminazione welfare che sembra essere senza sosta: anche il CCNL Fipe (Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva e Commerciale e Turismo) impone la definizione di un accordo integrativo sul PDR fra il 2018 e il 2021 e, in mancanza di tale accordo, l'erogazione di un elemento economico di garanzia di 140 euro destinabile a servizi di welfare aziendale.

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