Da programmatore a comunicatore

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La storia di Andrea Romoli

Andrea Romoli è una delle persone con il network più diffuso nella scena digital italiana, online e offline. Si definisce un digital connector, uno a cui piace connettere le persone tra di loro. Un lavoro a forte livello di empatia e di networking. 

Da qualche mese della Top 20 dei digital influencer italiani, grazie alla passione e dedizione verso il suo lavoro. Scopriamo la sua storia!

Andrea Romoli è una delle persone con il network più diffuso nella scena digital italiana, online e offline. Si definisce un digital connector, uno a cui piace connettere le persone tra di loro. Un lavoro a forte livello di empatia e di networking. 

La sua carriera nel digitale è iniziata qualche anno fa, prima come programmatore in linguaggio C e Pascal, successivamente come sistemista Unix. Poi ha deciso di dare una svolta alla sua vita e si è avvicinato al mondo dei social network collaborando come Account Manager per una società che distribuiva una piattaforma di web listening, un’opportunità che gli ha permesso di incontrare personalmente gli influencer della rete, partecipando a eventi e momenti di incontro. Da lì, a decidere di organizzare eventi e promuoverli personalmente il passo è stato breve. Andrea ora organizza workshop e conferenze principalmente rivolti al mondo dell’innovazione, alle start-up e a società e persone che hanno voglia di investire il loro tempo per migliorare la propria professionalità (e vita):



Lean Startup Machine e Mashable Social Media Day sono i primi eventi a cui mi sono appassionato e che ho organizzato e promosso con Eleonora Rocca. Poi successivamente ho iniziato a lavorare anche su Google Design Sprint e Lego Serious Play”. 



In più, da qualche tempo, Andrea cura una rubrica settimanale in cui presenta gli eventi digital da non perdere, che è diventata ormai un appuntamento fisso per i suoi follower:

“Ho iniziato con dei post su LinkedIn e poi con la piattaforma Digital District Milano. Ora la mia selezione di eventi è pubblicata sul blog di Startup Italia. È un lavoro di content curation molto importante, che gli utenti gradiscono molto e che mi ha dato una visibilità mostruosa”. 



Secondo la tua esperienza, qual è il modo migliore per far crescere la propria rete di contatti? 



“Usare i social è sicuramente utile per instaurare relazioni e per condividere contenuti, oltre che per partecipare a discussioni e dibattiti. Ad esempio, quando sono ad un evento, mi localizzo, dico dove sono e di cosa si sta parlando. È un modo per entrare in relazione con le persone e per avviare un dialogo, online con chi è connesso e offline con chi è lì con me. Per questo Twitter è la piattaforma che preferisco, la più immediata per la condivisione di contenuti e creare connessioni. È anche in questo modo sono riuscito a far crescere in fretta il mio network”. 



Sei un digital connector, ma quanto conta la relazione fisica? 



“Per me tantissimo, io organizzo e promuovo eventi, quindi spesso parto da un’esperienza reale durante la quale interagisco con persone e di cui poi racconto i contenuti. Ogni settimana partecipo almeno ad un paio di meet up come Start Up Crash Test, organizzato da ragazzi ucraini a Milano dove presento anche la mia rassegna settimanale degli eventi digital da non perdere e Hacker and Founders”.



Sempre connessi: sì o no?



“La connessione umana mi piace, l’always on invece cerco di evitarlo. Il telefono alla sera cerco di utilizzarlo il  meno possibile. A volte mi viene voglia di fare una settimana di digital detox, ma è quasi impossibile!”  



Sei stato inserito tra i 20 top digital influencer in Italia. Come ci si sente nell’Olimpo del digitale? 



“Non immaginavo assolutamente di arrivare a un risultato simile, evidentemente l’amore e la passione per il mio lavoro hanno fatto sì che le persone si interessassero alle mie attività e mi seguissero. Non smetterò mai di ringraziare i miei follower, che costantemente mi supportano e seguono”. 



Consigli per aumentare i follower su Twitter? 



“Non è facile, si tratta anche di trovare una nicchia che corrisponde al proprio business. Io parlo di eventi, prima, dopo, durante, questo crea engagement anche con i follower: è una discussione che nasce online e chissà cosa potrà portare!”



Quale sarà la parola che ci sorprenderà di più nel 2018? 



“Penso Blockchain e ICO e Artificial Intelligence”

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