Fino a tempi relativamente recenti il marketing e le ricerche di mercato si sono basate su un’accezione letterale di consumo; si sono cioè focalizzate sulla natura oggettuale e concreta dei beni.
Il prodotto, in una prospettiva di questo tipo, si definisce essenzialmente per le sue caratteristiche tecniche e quantitative: il volume, il peso, la forma - e le qualità conseguenti di robustezza, durata, prestazioni tecniche e pratiche.
Sottolineare la natura testuale dei beni e analizzandoli in chiave semiotica se ne può invece mostrare la componente immateriale, spostando il focus dal prodotto al senso che il consumo dello stesso detiene.
Questo modo di ragionare sembra peraltro fatto a pennello per il mondo dei social network e degli smartphone.
Guardare al consumo con un approccio testuale permette infatti di leggere come evidentemente impossibile la separazione tra momento della produzione e momento del consumo; al contrario, produzione e ricezione costituiscono una dialettica costante all’interno del quale il bene in sé, inteso come testo, agisce da catalizzatore.
Stiamo insomma ragionando ad anni luce dalla piramide di Maslow.
Tanto il prodotto / il servizio quanto il suo target, nel marketing e nella comunicazione, hanno un modo classico di essere mappati in ambito tanto aziendale quanto accademico, vale a dire il positioning.
Il concetto di posizionamento è infatti riconosciuto universalmente come il punto di partenza di ogni strategia: permette di rappresentare i due termini opposti e complementari del marketing, cioè il prodotto e i suoi consumatori. Consente quindi da un lato di definire le caratteristiche proprie di una marca e di ciò che afferma la sua differenza nel mercato in cui si colloca. Permette dall’altro di visualizzare il target cui la marca si rivolge e le sue caratteristiche quali-quantitative.
La semiotica ha uno strumento efficace per rappresentare questa determinazione di posizioni: si tratta del quadrato semiotico.
Il quadrato semiotico è uno strumento di rappresentazione delle posizioni logiche che alcuni soggetti possono intrattenere tra loro; articola topologicamente queste posizioni per mezzo delle quali si può occupare un universo semantico dato.
Il quadrato semiotico è stato introdotto dal linguista e semiologo lituano Algirdas Julien Greimas; ma la cultura occidentale utilizza un modo di ragionare del tutto simile da quasi due millenni e mezzo, visto che l’invenzione di Greimas deriva dal quadrato delle opposizioni di Aristotele.
Cosa permette di fare esattamente questo quadrato?
Consente di rappresentare una categoria semantica (per esempio, l’etica) per mezzo della messa in atto di tre relazioni binarie: la presupposizione o contrarietà, la complementarità o implicazione e la negazione o contraddizione.