Dalla crisi all'opportunità: fare rete per creare valore

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Questo periodo ci ha insegnato una cosa: dai momenti di crisi possono nascere delle opportunità. Copernico ha messo in luce una cosa: l'importanza di produrre valore attraverso la conoscenza e lo scambio.
 

Ed è così che è nata Procurami, la suite di servizi ad alto valore aggiunto di Copernico.

 

Siamo nel pieno di una crisi inaspettata, è vero. Ma la storia ci ha insegnato che è dalle crisi che nascono le migliori opportunità.


Nonostante questa sembri una citazione di un film hollywoodiano o di un libro motivazionale, è la pura verità.


Questa situazione d’emergenza ci ha messo di fronte all’evidenza che le aziende non possono funzionare più come prima, e che per sopravvivere devono reinventarsi.


Per creare le condizioni affinché questo avvenga, è necessario ripensare ai modelli organizzativi e rendere rilevanti processi e strategie considerate marginali come, per esempio, la digitalizzazione o il ripensamento della struttura aziendale.

 

Il confinamento ha imposto il lavoro da remoto consentendo a tantissime organizzazioni ed aziende di sperimentare un nuovo modo di lavorare, e ha funzionato”. - dice Pietro Martani, fondatore e Amministratore Delegato di Copernico – "Questo momento potrebbe segnare la fine del rapporto lavorativo solitamente identificato come 'subordinato', a favore di un modello maggiormente collaborativo basato su una più ampia autonomia e fiducia. Con notevoli risultati in termini di efficienza aziendale e benessere per le persone. “

 

Se ampliamo il discorso allo smart working, è già risaputo come sia un’attività lavorativa che ha effetti benefici sia sulle persone che sulle aziende.


Lo prova anche l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, che grazie alla sua ricerca di fine 2019 ha messo in luce come, tra i principali motivi di adozione del lavoro agile da parte di 570mila smart worker, ci fossero:

 

  • Il miglioramento del work-life balance dei lavoratori (78% delle grandi imprese e delle PA)
  • Engagement e capacità di attrarre i talenti (59% delle grandi imprese, 9% delle PMI e 10% delle PA)
  • Benessere organizzativo (46% per le grandi imprese, 50% per le PMI e 71% per le PA)
  • E aumento della produttività/qualità vita lavoro (44% per le grandi imprese, 12% per le PMI e 62% per le PA).

 

Lavorare ai tempi del Covid-19

 

Lo smart working o, per meglio dire, l’home working di questi mesi, è diventato una modalità necessaria per gestire una fase 2 molto complicata, dove il distanziamento sociale rimane imprescindibile.
 

Ma alle persone lavorare secondo queste modalità piace, e piace molto.

 

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio di aprile su «come e perché cambiano le nostre vite» realizzato da Nomisma, società di ricerche di mercato e di consulenza strategica e aziendale, in collaborazione con Crif, azienda specializzata in sistemi di informazioni creditizie, su un campione di mille intervistati:

 

  • il 56% di chi oggi sta applicando il lavoro agile vorrebbe continuare a farlo anche post crisi
  • il 32% delle società intervistate dichiarano che continueranno a lavorare parzialmente in smart working anche dopo la fase di isolamento
  • il 43% ha vissuto alti e bassi a causa della situazione di incertezza.

 

Inoltre, secondo il sondaggio Infojobs fatto su un campione di 189 aziende e oltre mille candidati, sempre nel periodo di marzo-aprile, il lavoro agile da casa ha significato:

 

  • Per il 28% un miglior bilanciamento tra vita professionale e privata
  • Per il 7% un calo legato soprattutto alla difficoltà di gestire in contemporanea i familiari in smart working o i figli che necessitano di attenzione (dato che sale a 33% per donne con figli)
  • Il 71% risponde positivamente al lavoro agile, ma solo per 1-2 giorni a settimana (89% per le donne con figli e 55% per uomini con figli a casa)

 

In uno scenario post-Covid, infatti, lo smart working viene vista come un’opportunità, ma non come un’alternativa.

 

Lo stesso sondaggio ha identificato i 5 aspetti che hanno acuito la mancanza della scrivania in uno spazio di lavoro condiviso:


1. La socialità del luogo di lavoro e il confronto quotidiano con i colleghi (entrambe al 27%)

2. Una postazione comoda ed ergonomica (11%)

3. Il piacere di prepararsi alla giornata dedicandosi a outfit e make-up (10%)

4. La chiacchierata con i colleghi o clienti (8%)

5. La pausa caffè o il pranzo con i colleghi (7%)

 

E i 5 aspetti che gli italiani hanno apprezzato di più del lavoro agile:


1. Il risparmio di tempo per gli spostamenti casa-ufficio (49%)

2. Gli orari flessibili (19,5%)

3. La possibilità di gestire insieme esigenze personali e lavorative (17%)

4. Nessuna distrazione (11%)

5. Videocall al posto di meeting a cui essere presenti fisicamente (3%).

 

 

Ma se da un lato questa crisi sanitaria potrebbe avere per le imprese un risvolto positivo, perché le ha forzate a scoprire che possono lavorare bene in modo più flessibile e agile, la conseguente crisi economica sta invece generando gravi danni al nostro tessuto imprenditoriale, come dimostrato anche da una recente indagine di Confindustria sugli effetti del Covid-19 su un campione di 4.420 imprese.

 

Il numero di aziende che ha subito l’impatto negativo del coronavirus è pari al 97,2% e ben il 43,7% dovrà affrontare problemi molto gravi.

 

Il 36,5% dei rispondenti, in seguito all’emanazione dei DPCM del 22 e del 25 marzo, ha dovuto chiudere la propria attività, mentre il 33,8% l’ha chiusa solo parzialmente. In media, rispetto alla normalità (marzo 2019), si è assistito ad un calo del 32,6% del fatturato e del 32,5% delle ore lavorate.

 

I cali sono visibilmente più marcati per le imprese con meno di 10 dipendenti (con una diminuzione del 39,7% del fatturato e del 37,3% delle ore lavorate). 

 

Non meno rilevanti le problematiche relative alla gestione delle attività riscontrate dal 59,3% dei rispondenti.

 

Molti i disagi riscontrati a causa della mancata ricezione delle forniture per i processi produttivi da parte di altre imprese.

 

Il 19,6% degli imprenditori segnala anche forti disagi legati alla mancanza di materiale sanitario essenziale per lo svolgimento del lavoro in sicurezza.

 

Quel cambiamento che da anni promuoviamo e sosteniamo è, quindi, veramente arrivato.

 

Ma non basta.

 

Dobbiamo provare a fare un ulteriore passo per far ripartire quelle attività imprenditoriali che hanno pesantemente subito gli effetti del lockdown.

 

Le imprese non possono essere lasciate sole ad affrontare questo momento” -continua Martani – “Gli interventi dello Stato volti a regolarizzare lo smart working o a generare liquidità sono stati importanti e indubbiamente utili. Ma alle aziende serve di più. Le imprese devono essere sostenute ed essere messe in condizione di continuare a produrre, di ottimizzare le risorse che hanno a disposizione, di ripensare all'organizzazione del business, se necessario, e di tornare ad essere competitive in uno scenario che è completamente stravolto. Solo così potranno riprendere l’operatività in modo sano e sostenere l’occupazione.”


I soggetti privati, come Copernico, che da sempre promuovono l’idea di un nuovo paesaggio del lavoro, hanno dalla loro parte l’esperienza, che ha messo in luce l’importanza di produrre valore attraverso la conoscenza e lo scambio.
 

Ciò che può rendere veramente produttivi e competitivi, anche in un momento di crisi, è fare rete.


E mai come in momenti di crisi abbiamo bisogno, infatti, gli uni degli altri.

 

L’ampliamento dell’offerta di Copernico

 

Secondo l’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano, nei prossimi 5 anni il 53% delle imprese italiane  si aspetta  che oltre il 50% dei ricavi proverrà dal  digitale, in linea con gli altri paesi europei.

 

Questi dati rendono evidente quanto ormai è diventato palese durante l’era Covid: l’avanzamento tecnologico è la condizione essenziale per la sopravvivenza di un’azienda.


Reinventarsi come azienda per stare al passo con il mercato e con i cambiamenti in atto è una delle soluzioni per cercare di emergere o, anche solo, farcela.

 

La tecnologia, ora, è tutto.



Disegna la linea tra le aziende che possono rimettersi in piedi, e quelle che invece non ce la fanno.

 

Reinventarsi è una sfida, ma le aziende devono avere il coraggio di intraprenderla per potersi affermare in un mondo dalle esigenze totalmente nuove. E a volte hanno bisogno di aiuto per farlo.

 

Ed è per questo che Copernico ha lanciato Procurami e Nico by Copernico, la sua app.

 

Procurami è un insieme di servizi a valore aggiunto che aiuta le aziende a focalizzarsi sulle proprie attività, delegando a professionisti selezionati la gestione di attività come Procurement, Tecnologia, Design degli Uffici e Formazione.

 

Nico è l’app di Copernico, che permette, ad esempio, di accedere a tutti i servizi di Procurami, avere una lista di nomi e aziende che fanno parte della community, dare un’occhiata a tutti gli eventi disponibili, leggere gli ultimissimi articoli del magazine di Copernico, prenotare sale meeting e molto, molto altro. 

 

Questi servizi dimostrano che le aziende dovrebbero potersi focalizzare sui concetti di flessibilità, scalabilità, sollevandosi dalle attività di gestione che non permettono loro di concentrarsi a pieno sui piani di sviluppo.


 

D’ora in poi, non si potrà prescindere dallo sviluppare processi efficienti, bisognerà puntare su innovazione, formazione, creazione di competenze solide e di contesti stimolanti che aiutano a lavorare meglio.

 

Procurami e Nico by Copernico sono quindi una risposta a tutto questo, un nuovo faro nella notte che aiuterà le imprese a gestire tutto e concentrarsi sul proprio business.

 


Nico nasce per guidare i clienti in una nuova economia e per offrire i migliori servizi a valore aggiunto, disegnati apposta per permettere alle aziende di concentrarsi sul loro business senza sprecare risorse preziose, come tempo e denaro” - prosegue Martani – “Le aziende dovranno affrontare problemi economici e finanziari, e dovranno individuare modelli agili d’impresa, se vogliono ripartire con il piede giusto. Ecco perché non basta solamente riorganizzare gli spazi di lavoro conformemente agli standard di igiene e sicurezza, nonostante sia indispensabile. Il network di cui si fa parte è la chiave di volta: per questo realtà come Copernico offrono soluzioni come Nico, in risposta ai cambiamenti di paradigma che l’evoluzione attuale impone.”

 

Le aziende devono lavorare alla creazione di servizi a valore aggiunto che vanno proprio in questa direzione agile e innovativa.

 

Maggiore sarà la staticità delle imprese, maggiore sarà la lentezza nella ripresa. Solo chi saprà cogliere le potenzialità del momento e saprà scegliere gli strumenti, le strategie e i partner giusti, potrà uscirne più forte.

John F. Kennedy diceva: “In cinese, la parola crisi è composta da due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l'altro rappresenta l'opportunità.In un momento di crisi, sii consapevole del pericolo, ma riconosci anche l’opportunità”.

 

E anche noi dobbiamo soffermarci sull’opportunità, perché i tempi di rottura sono i tempi di un cambiamento costruttivo, quelli che permettono di immaginare un futuro migliore e di costruirlo.

 

Come?

 

Facendo rete, ma soprattutto restando uniti. 

 

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